COLORE ARANCIONE

     QUALITA’: FLUIDITA’, MOVIMENTO, CREATIVITA’

Il colore arancione mi avvicina alle mie esigenze emotive. Mi fa muovere verso l’altro per uno scambio, per cercare affetto, per vivere le emozioni.

Il colore arancione attiva il desiderio e mi da la spinta creativa. E’ una spinta sessuale, sensuale, erotica quella che richiama il desiderio di creare. La creatività è vita. La vita nasce dall’acqua che morbidamente ricopre la terra e trasporta il nutrimento. Dentro di noi è il liquido vitale, che dal cuore va alle cellule e dalle cellule torna al cuore,  che crea dualità e quindi crea movimento.

Il desiderio, la spinta erotica, il movimento sono elementi necessari alla Creatività.

E’ interessante osservare quanto lascio fluire i miei processi creativi, quanto sento fluidità nel corpo e quanto sono in grado si sentire le mie emozioni.

Camminando nel percorso della mia vita riconosco i  bisogni e i  desideri che mi spingono al movimento creativo. Nel sentire le emozioni contatto la mia dimensione viscerale, ascolto con dolcezza cosa mi stanno comunicando e  quanto di quello che sento mi avvicina all’Amore piuttosto che alla Paura. In questa fase non porto giudizio ma semplicemente osservo con morbidezza. Elevo il mio volto al cielo così da innalzare i miei sentimenti come il pensiero purifica l’acqua.

Inspiro tenendo le mani nel ventre e sentendo il basso addome muoversi ritmicamente espiro ed emano il suono O. Sono come una coppa piena d’acqua che si rinnova continuamente, ad ogni gesto creativo svuoto la mia coppa che si ricolma di nuovo grazie alla fonte d’acqua cosmica. Canto la vocale O e sento il mio bacino morbido e rilassato pronto ad accogliere energia creativa. L’acqua è sempre più limpida e pure e io creo senza difficoltà.

Danzo, canto, disegno, cucino, curo le piante, creo ogni cosa senza giudizio alcuno. Ripeto a me:

“Io bevo dalla fonte primordiale che guida il mio gesto creativo,

mi apro alla Saggezza Divina  e 

sento sgorgare in me l’acqua limpida di sorgente”

 

   LA CREATIVITA’

Il colore arancione stimola il mio impulso creativo. Stimola il piacere dei sensi e attiva la spinta sensuale. Sento con dolcezza il mio corpo fluire avvolto dal liquido amniotico. Ogni movimento mi sembra semplice e agevole nell’elemento liquido, mi sento sostenuto, nutrito e libero di muovermi. Raccolgo lo stimolo al movimento, alla creazione e senza condizionamenti inizio il gesto, mi avvicino ai miei bisogni, sento la gioia nel farlo, riconosco il mio corpo come fonte di piacere e come strumento creativo.

MARJARIASANA – POSIZIONE DEL GATTO

La posizione del gatto ci aiuta ad iniziare la giornata con fluidità. Riscalda il corpo senza fare dei movimenti che potrebbero essere troppo intensi. Ci connette con la colonna vertebrale nella sua interezza e sviluppa la caratteristica principale del gatto: la Morbidezza, la Fluidità.

Proprio come il gatto in questa sequenza apprendiamo a muoverci con dolcezza e grinta.

Stimolo il movimento e la diffusione dell’energia vitale nel corpo.

Seduti a quattro zampe con i polsi sotto le spalle e le ginocchia sotto le anche iniziamo contattando la nostra base. Sento affondare bene a terra i palmi delle mani e tutte le dita, sento bene disteso il dorso dei piedi. Inspirando inizio ad inarcare la colonna partendo da un lieve movimento del bacino che va in anteroversione permettendomi di innalzare il coccige e di inarcare gradualmente tutta la colonna dal tratto lombare a quello cervicale(Fig.1) Allo stesso modo con un lieve movimento di retroversione del bacino produco un movimento di estensione della colonna facendo la gobba del gatto arruffato (Fig.2). Così procedo per diverse respirazioni aumentando sempre di più l’ampiezza del movimento a seconda delle mie esigenze fisiche. Questa è una buona posizione per iniziare la pratica.

 

                         

FIG.1                                                                                                       FIG.2

EMISSIONE DEI SUONI DURANTE LA POSIZIONE DEL GATTO.

Mentre pratico il gatto posso sentire nel mio respiro il suono delle onde facendomi aiutare dall’elemento Acqua ad ammorbidire la schiena, l’addome e il torace e posso poi fare dei vocalizzi con delle vocali per far vibrare più intensamente il corpo e le mie acque interne.

Emettere dei suoni durante questa postura semplice e fluida inizia a farci prendere contatto con la nostra voce e con tutte le resistenze connesse alla nostra capacità espressiva che è collegata al movimento e alla gola. Quindi vado a sentire quanta timidezza sento, quanta vergogna, quanto senso di inferiorità. Emano la mia voce come se fosse il dono più bello che posso fare a me stesso e all’Universo, alla Natura. Imparo a conoscere il mio tono di voce e quali sono le qualità della mia voce. Inizio con dei suoni bassi e la vocale U e termino con dei suoni acuti e la vocale I.

LA VOCALE U: Attiva la radice
LA VOCALE O (CHIUSA): Attiva gli organi genitali 
LA VOCALE O (APERTA): Attiva il plesso solare
LA VOCALE A: Attiva il plesso cardiaco
LA VOCALE E (APERTA): Attiva la gola
LA VOCALE E (CHIUSA): Attiva l’ipofisi
LA VOCALE I: Attiva la ghiandola pineale

BHUJANGASANA – POSIZIONE DEL COBRA

Incarnare il serpente

Bhujanga, la parola sanscrita che significa “serpente” deriva dalla radice bhuj,  “piegare o curvare”. Il cobra reale, animale totem della mitologia indiana,  avanza strisciando mentre solleva parte del suo corpo in posizione verticale. Mentre pratichi, cerca di imitare il movimento al tempo stesso potente e fluido di questo animale. Immagina che le gambe siano la coda del serpente, che si estende lunga dietro di te, mentre incurvi la colonna vertebrale per sollevare maestosamente il torace.

La potenza di questo animale sta nel rimanere in perfetto contatto con la terra sottostante e quindi con i propri bisogni primari, ancestrali, e di manifestare il potere trasformativo dell’energia primordiale: la Kundalini. Nella mitologia Incas  il serpente simboleggia l’essere guardiani del mondo degli inferi ed essere quindi padroni delle emozioni sotterranee. Così praticare Bhujangasana risveglia in noi l’essere protettori delle nostre sacre emozioni, difendere il nostro sentire definendo i nostri spazi vitali. Aprire il sentire profondo legato al mondo emozionale senza che interferisca il piano mentale, razionale.

Distendendoci con la pancia a terra sentiamo il contatto della parte anteriore del corpo con questo elemento. Portiamo le mani ai lati del petto ed iniziamo ad alzare il viso, le spalle, lo sterno e il torace premendo con le mani. I gomiti rimangono ben stretti e le spalle rilassate e spinte verso il basso. Sento l’arco completo della colonna e non solo la curvatura della zona lombare, se così fosse piego un pò le braccia e riduco l’arco. Fisso con lo sguardo davanti come se dovessi ipnotizzare la mia preda ed emano il suono “SSSSSSsssss” espirando

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URDHVA MUKHA SVANASANA – POSIZIONE DEL CANE A TESTA IN SU’

Urdhva Mukha Svanasana si traduce letteralmente dal sanscrito urdhva  che significa “all’insù” o “verso l’alto”, mukha che significa “muso”, “viso”, “testa” e svana “cane”. Questa posizione pertanto è tradotta letteralmente come la “posizione del cane a testa in su”. Questa posizione assomiglia a quella del cobra ma in questa posizione il bacino viene sollevato e le braccia sono estese. L’estensione della colonna è più intensa quindi si consiglia di praticare questa postura dopo aver praticato prima Bhujangasana.

Dalla posizione prona rendere attive le gambe e le braccia. Spingere simultaneamente per sollevare il bacino. Mantenere le gambe attive per tutta l’esecuzione, spingere verso il basso le spalle e aprire il torace spingendo in avanti le scapole. Portare lo sguardo verso il cielo.

DHANURASANA – POSIZIONE DELL’ARCO

La parola sanscrita dhanus significa “l’arco”. Nella posizione seguente andiamo ad attivare ancora di più la zona lombare con un conseguente aumento della vitalità e della rigenerazione cellulare. Una posizione ancora stimolante ed attivante. La forma della posizione ricorda quella di un arco esteso pronto a tirare la freccia verso la terra e anche come un calice pronto ad accogliere i doni della caccia o della semina.

Prendo la posizione dopo aver bene riscaldato la schiena. Da disteso in posizione prona piego le gambe che sono aperte come l’ampiezza del bacino e afferro le caviglie con le mani inarcando la schiena. Mantengo la posizione stabile respirando profondamente e rilassando il tratto lombare, aprendo le spalle e la zona toracica. Apro notevolmente la zona pubica.

 

URDHVA DHANURASANA – CHAKRASANA

Urdhva Dhanurasana prende il suo nome dalla parola Dhanura che in sanscrito vuol dire arco e Urdhva in su. Rappresenta quindi un arco verso l’alto. La stessa posizione viene anche chiamata Chakrasana dal termine Chakra che significa ruota. La posizione della ruota o dell’arco rivolto verso l’alto assomiglia ad un arcobaleno. E il suo potere è immenso. Amplifica il potere di tutti i centri energetici, attiva il corpo, aumenta l’energia psico-fisica, rende elastica la colonna vertebrale e rinforza i muscoli paravertebrali, rinforza e rende elastiche le braccia, apre il torace ed estende l’addome. Insomma, un vero toccasana per l’intero sistema. Ma non è così facile raggiungere la posizione corretta per cui sconsiglio di praticarla senza una guida. Da distesi in posizione supina si piegano le gambe portando i talloni vicino alle natiche abbastanza aperti, si piegano le braccia e si posizionano i polsi sotto le spalle. Con una spinta simultanea dei piedi e delle mani si solleva il bacino. Mai fare la posizione senza aver riscaldato con cura la schiena con MARJARIASANA, BHUJANGASANA, DHANURASANA.

 

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