COLORE AZZURRO

QUALITA’: SINCERITA’, SUONO, VIBRAZIONE, COMUNICAZIONE.

Il colore azzurro mi spinge verso l’alto, mi fa guardare verso il cielo e oltre le nuvole.

Il colore azzurro apre il mio centro della comunicazione che si trova nella gola e mi invita alla sincerità.

Quante volte ho sentito un nodo alla gola? Quante volte nel parlare di me, improvvisamente, la mia voce si affievoliva? Questo è il risultato di tanti filtri che ho assorbito sin dall’infanzia e ancora più indietro che non mi permettono una libera espressione. Respiro il colore azzurro e lascio che il mio suono si esprima in sincerità ORA.

Sono in ascolto dei suoni che mi circondano e in ogni suono riconosco il potente potere della vibrazione. Entro in profondità e percepisco il movimento dell’energia che produce il suono e riconosco la immensa varietà della vibrazione. Connettendomi col cuore emano suoni liberamente rilassando il mio collo e la gola. Sento la vibrazione della mia voce e percepisco la verità. Cosa provo davvero? Cosa sento? Che qualità ha il mio suono? Quando riconosco la qualità del mio suono riesco anche a conoscere la vibrazione di tutto quello che mi circonda.

Inspiro ed espiro emanando la vocale E (Aperta).

Poi canto liberamente per tutto il tempo che desidero.

Pronuncio:

“Io sono pura vibrazione.

Io sono energia, io sono suono.”

 

PRATICA 

SARVANGASANA – LA CANDELA

La posizione della Candela è considerata la regina delle posizioni dell’Hatha Yoga.

Una regina sa governare il regno e dimora con saggezza nel castello.

Questa postura è un cardine della pratica in quanto a livello energetico  dona leggerezza agli arti e agli organi interni. Essendo una posizione invertita (il cuore è sopra al cervello) migliora la circolazione sanguigna, migliora l’ossigenazione dei tessuti e la depurazione dalle tossine. Simbolicamente quando si porta il cuore sopra alla testa si ristabilisce il piano Divino. Questa postura, quindi, calma la mente e dirige l’attenzione al cuore che prende il comando della nostra struttura corporea, energetica, emotiva, mentale.

Da disteso sollevo le gambe portandole oltre la linea delle spalle aiutandomi a salire con le mani che sostengono la schiena. Porto poi il bacino il linea con le spalle e le caviglie in linea con le anche. Mantengo gli occhi chiusi per tutta l’esecuzione, e tengo una respirazione costante anche se sottile. Non eseguo la posizione se non l’ho mai fatta prima, se ho discopatie, se ho tensioni alla zona cervicale, se ho problemi alla tiroide, nei primi tre giorni di ciclo mestruale.

Mentre sono nella posizione tengo i talloni leggermente all’infuori e sento la spinta verso il cielo degli avanpiedi. Fare tanta attenzione alla discesa dalla posizione che deve essere lenta. Aiutandomi con le mani a terra appoggio a terra una vertebra dopo l’altra.

Dopo questa postura bilanciare sempre con Matsyasana, la posizione del pesce descritta in seguito.

 

MATSYASANA – IL PESCE

Matsya in sanscrito significa “pesce”. Nelle leg­gende indiane si narra del dio indù Vishnu che assunse tali sembianze per salvare il mondo dal diluvio. Matsyasana (Posizione del Pesce) deve il nome al fatto che permette di galleggiare nell’acqua co­modamente, unendo in tal modo uno yoga fisico a uno yoga della libertà mentale. Senza pensieri e paure, infatti si “galleggia”, lasciandosi cullare dalle onde della vita.

Questa postura ci apre alla vita, aiutandoci a fare delle belle boccate d’aria richiamando a noi il colore azzurro del cielo. Il centro del cuore è molto stimolato come quello della gola che si apre ad una comunicazione sincera e aperta. Comunico sinceramente con me stesso onorando la mia voce interiore e prendo forza agendo con l’apertura del cuore.

La posizione si assume dopo quella della candela. Spingo con i gomiti e sollevo lo sterno verso il cielo. Se ho facilità ne girare indietro la testa posso appoggiare il centro del capo a terra e togliere così l’appoggio delle braccia.

 

HALASANA – L’ARATRO

Halasana si traduce dal Sanscrito come posizione dell’Aratro per la sua forma caratteristica che richiama questo attrezzo agricolo. Ci troviamo di fronte ad un esempio di forma simbolica. Il nostro corpo richiama continuamente delle forme e ogni forma racchiude un’energia. Così facendo mentre assumo una postura fisica richiamo a me l’energia della forma che sto facendo col corpo.

L’aratro prepara la terra alla semina. Così questa postura prepara il corpo a piantare dei buoni semi mentali. Predispone la mia mente alla chiarezza e purifica notevolmente i canali energetici. La postura diventa così un’aratro energetico e mentale, pulisco e semino. Rinnovo i miei pensieri, e semino ciò di cui ho bisogno per vivere meglio.

La posizone dell’Aratro si prende generalmente dopo quella della candela facendo scendere verso terra in maniera alternata entrambe le gambe. Se i piedi riescono a toccare terra li rendo attivi e, spingendo porto le natiche verso il cielo. Posso togliere le mani dalla schiena e portare le braccia distese a terra. Per questa posizione valgono le stesse controindicazioni della candela.

 

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