L’UMANO NUOVO

L’UMANO NUOVO

Una nuova razza umana sta iniziando il suo viaggio su questa bellissima Terra.

L’umano nuovo, l’umano del divenire porta in essere la chiamata dell’amore. Sente che ogni gioco della personalità, dell’ego, può tranquillamente scivolare dalla sua pelle, non si identifica con ciò che fa ma con ciò che emana mentre fa.

C’è un grande bagliore che sta avvolgendo il pianeta terra e i grandi luoghi di energia della terra stanno pulsando ancora più forti, così come tanto bagliore sta avvolgendo il nostro corpo e i nostri organi stanno pulsando ancora più forti.

Per questo l’umano nuovo sentendo la chiamata porta in essere una trasformazione fisica energetica, perché si permette di dare accesso a questo grande bagliore che è l’emanazione del divino amore creativo, accetta quindi di disidentificarsi e di incarnare l’amore.

Dopo secoli e secoli di oscurità, di schiacciamento del sacro femminile, l’uomo nuovo è chiamato a riunire le parti, a sentire che dentro è completo, uomo e donna, cielo e terra, giorno e notte, vita e morte, umano e divino… eterna immensità.

Mentre il bagliore scende a ondate via via sempre più forti la saggezza viene rivelata nella sua forma più semplice, e chiede ad ognuno di fare delle scelte di coerenza profondissime.

Queste scelte si trovano lungo il cammino del quotidiano, sono delle scelte di azione in gentilezza, in dolcezza, in apertura e ascolto, l’umano vecchio crolla davanti al sorriso abbagliante e allo sguardo compassionevole, l’umano vecchio crolla nel silenzio dell’anima, nei colori intensi della natura, dei tramonti e nel canto appassionato degli uccelli.

E’ TEMPO DELLA RESA!

E’ tempo della resa, è tempo di accogliere e perdonare il passato, perché tutto è già stato perdonato, il peccato non esiste nell’universo, esiste solo la bellezza e l’unico peccato è non ricordare di essere qui su questa amata terra per creare nella bellezza, per essere felici.

Stiamo in questo processo di trasmutazione e siamo chiamati anche ad entrare in quel dolore atavico che ci segna la vita, ma in tutto ciò, entrando in questo dolore siamo profondamente amati, siamo sostenuti. Nel dolore della vita terrena accogliamo le nostre fragilità umane, concediamoci il pianto, l’angoscia, la paura, la tristezza, la delusione, sentiamo che nel viaggio umano questi stati emotivi sono energia della creazione stessa ed è importante viverli così come sono.

Ricordandoci che siamo amati e sorretti dalla Madre e dal Padre, entrando nel dolore sentiamoci come dei bambini che nella purezza della ricerca della meraviglia cadiamo ma sentendo la forza che è la fede continuiamo il nostro cammino verso il sole.

Il cammino è verso la sorgente, e, lasciando cadere le resistenze all’amore i passi avvengono senza sforzo alcuno. Occorre ricordarsi la fede nell’amore, nell’eternità, nella spinta verso la libertà… perché nulla che posso raggiungere è fuori, tutto è già dentro.

La meta è dentro, gli strumenti sono dentro, il maestro è dentro, il divino è dentro, l’aiuto è dentro.

Tutte le tecniche e le teorie sono ottimi strumenti ma nulla può portarci dentro se non lo scegliamo quotidianamente, qualsiasi pratica si faccia è pura mente se non ci si arrende, così la pratica diventerà il rituale quotidiano e non ci sarà più differenza tra la pratica e l’azione quotidiana.

Questo l’umano nuovo è venuto a ricordare, il tempo delle origini, il tempo in cui il semplice respiro è il ricordo del divino e nel gesto sacro del corpo appaiono i movimenti delle sfere planetarie. Non c’è nulla da fare solo essere.

Con Amore,

Roberta

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